Joen & Zozo - Seconda parte
- Parte seconda-
Joen e Zozo hanno già viaggiato più di quanto io abbia viaggiato in 26 anni di vita. Sono stati già in tantissimi posti. I loro genitori non hanno radici e sono cittadini del mondo, o quasi.
Io e lei durante l'estate andavamo spesso al mare insieme, tranne in agosto, quando faceva lo zaino e volava in Spagna per partecipare al Rototom, festival di musica Reggaeton, Reggae, Hip-Hop e compagnia bella. Lei aspettava il Rototom tutto l'anno per potersi svagare, scatenare e divertirsi come una matta.
La musica ce l'ha nel sangue, il ritmo le scorre nelle vene. Anche quando andavamo a ballare insieme, tutti si fermavano per guardarla.
Quando l'andai a prendere in aeroporto un'estate la trovai arrabbiata come una pantera. Mi raccontò che, appena scesa dall'aereo, nel rientrare in aeroporto era stata indicata dalle hostess e la sicurezza l'aveva presa da parte per perquisirla. "Normale routine" le avevano detto, ma lei era imbarazzata come una ladra e poi furiosa. Mi guardò in lacrime sapendo che l'avevano fermata unicamente perché era nera, vestita stravagante, con uno zaino o poco più.
Come consolarla quando in cuor mio sapevo che era così? Quando neghiamo che il razzismo esiste e che i pregiudizi sono acqua passata siamo solo degli ipocriti. E la cosa fa arrabbiare me, tantissimo.
Questo è successo ormai dieci anni fa, e se penso alla situazione di oggi, beh non c'è da rallegrarsi. Oggi questa scena si sarebbe trasformata, come minimo, in un arresto per terrorismo, gli agenti dell'aeroporto sarebbero stati degli eroi e qualcuno avrebbe sicuramente fatto dei video, e questi video sarebbero arrivati su pagine Facebook e alcuni notiziari ci avrebbero fatto mega storie sopra a questa ragazza, che tentava di rientrare in Italia, magari clandestinamente. Qualcuno avrebbe utilizzato questo argomento per fare discorsi di chiusura dei porti, perché la protezione degli Italiani è la prima cosa. Aiutiamoli a casa loro, avrebbero detto.
Altre situazioni del genere si sono ripresentate, ma avevamo imparato a riderci sopra. Una volta è stata scambiata addirittura per una escort, solo perché era in un ristorante pettinato, vestita da Dio, bellissima, con un ragazzo che aveva soltanto pagato il pranzo per lei.
La soluzione a tutto era alzare il volume della musica.
Il secondo giorno in Svizzera abbiamo rivisto l'allegra famigliola solo alla sera e quando siamo entrati in casa c'era profumo di spezie e c'era la musica in tutta casa. Ho pensato "è proprio casa sua"e dopo che Joen è venuto a prendermi per mano e mi ha trascinato in sala a ballare con lui, mentre Zozo era seduto in terra e teneva il ritmo a suon di culate sul pavimento, ho pensato "sono proprio figli suoi" ed allo stesso modo hanno la musica nel sangue e nel cuore. Avreste dovuto vederli, era tutto perfetto.
Questa perfezione, probabilmente, nasce dalle imperfezioni, che erano state le costanti della sua vita.
Nata in una famiglia ortodossa, con il padre che aveva molte famiglie, e quindi lei molti fratelli e sorelle. Lei è sempre stata una ribelle e a sua madre gliene ha sempre fatte passare di ogni, dallo scappare di casa per uscire con gli amici, allo scappare dal suo stato per uscire da una guerra che l'aveva tenuta prigioniera anche troppo tempo. Ribelle e coraggiosa.
Se penso a come la storia si stia ripetendo, ancora e ancora, oggi le guerriere Curde, 20 anni fa le guerriere Eritree venivano allevate come tali per una guerra che non era nient'altro che il risultato di nazionalismi trascurati e lasciati allo sbando. Ma lei riuscì a scappare, riuscì a ad arrivare in Libia e anche se la sua camminata militare la tradì in qualche occasione, riuscì ad arrivare qui.
Una vita, un viaggio.
All'ennesimo Rototom lei si innamorò follemente di un ragazzo Svizzero, che poi si rivelò essere Tunisino, ma che viveva in Svizzera da sempre. Quante serate a Parlare di lui, e più ne parlavamo e più mi rendevo conto che io e lei eravamo identiche, ma nate da parti completamente diverse del mondo. Lei lo andava a trovare spesso, quando un giorno, rimase là. La nonna era morta da poco e lei era in tutto e per tutto disoccupata, un giorno mi guardò e mi disse che sarebbe andata, che l'Italia l'aveva accolta quando nessuno l'aveva fatto, che l'aveva salvata e che lei era Italiana e lo sarebbe sempre stata, ma che doveva andare. L'Italia non aveva un futuro per lei. Forse la Svizzera sì.
Mi si spezzò il cuore. È stata una partenza dolorosa, un pomeriggio l'ho aiutata a caricare tutti i suoi scatoloni, l'ho abbracciata e lei se ne è andata.
Ecco, è qui che siete arrivati voi, piccoli Joen e Zozo.
Viviamo una realtà che disprezza le persone più deboli e le persone che hanno bisogno di una mano, guardiamo navi restare in mare per giorni e riusciamo solo a chiuderci in casa sperando che tutto prima o poi si possa risolvere o che qualcuno faccia qualcosa. Possiamo avere informazioni sulle guerre e possiamo vedere video in diretta dei bombardamenti, ma questo solo per curiosità di sapere, come se dall'altra parte in realtà non ci fosse davvero qualcuno, come se fosse tutto solo un gioco.
Lei mi ha insegnato così tanto, cose che ignoravo e non pensavo lontanamente, ma che avrei potuto sapere se solo mi fossi informata e avessi aperto gli occhi. Tutti noi abbiamo il dovere di informarci sulle situazioni, abbiamo il dovere di farci un'idea critica, senza ascoltare gli altri e senza dipendere dalle opinioni altrui.
I miei nonni non si informavano e non avevano assolutamente un'opinione che andasse oltre a quella del partito, perché non si poteva, o almeno era quello che credevano. Loro hanno vissuto forse la parte più buia della storia Italiana e ne erano proprio la rappresentazione, di quell'Italiano a cui non frega niente di una storia in più o in meno, tanto nulla sarebbe cambiato.
Loro come tanti altri.
Loro nella vita hanno visto salire al potere persone che hanno portato l'Italia in alto e poi l'hanno lasciata precipitare e con essa tutti i valori.
Noi possiamo fare di meglio e chi non sa, ha il dovere di sapere.
Joen e Zozo sono nati da viaggiatori e continueranno sempre a viaggiare, ma lei mi ha sempre detto che per andare avanti bisogna ricordare cosa si è lasciato indietro, e che le radici, prima o poi, ti riportano a casa.
Continua..
Chiara Cuzzani 25 Novembre 2019
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